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SCINTILLA
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Sopravvivenza dei nati pretermine Empty Sopravvivenza dei nati pretermine

Mar 2 Apr 2019 - 22:08
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L’incidenza dei parti prematuri non si è modificata significativamente negli ultimi 30 anni ed è stimata fra il 6 ed il 15 % di tutti i parti. La frequenza aumenta con l’aumentare dell’età gestazionale. Le possibilità di sopravvivenza per il bimbo invece sono notevolmente aumentate grazie ai rapidi progressi della medicina. Perfino per bimbi di 22 settimane sono riportati casi di sopravvivenza (fino al 10%), anche se per bambini così piccoli vi è un’elevata probabilità di gravi danni permanenti. Con l’aumentare delle settimane le percentuali aumentano nettamente. I dati americani della fine anni novanta riportano:

10-40% a 23 settimane
40-70% a 24 settimane
50-80% a 25 settimane
80-90% a 26 settimane
>90% a 27 settimane
>95% a 30 settimane
>98% a 34 settimane

Ovviamente si tratta di dati del tutto indicativi che non possono applicarsi pedissequamente alla storia unica ed irripetibile di ogni singolo bambino.
Nello specifico La sopravvivenza dei neonati estremamente prematuri è cambiata negli ultimi anni, tanto che oggi si discute animatamente nel mondo medico sull’opportunità di intervenire con manovre di sostegno e rianimazione. Informazioni importanti in merito provengono da uno studio condotto da David Field e colleghi e recentemente pubblicato sul British Medicai Journal nel quale sono stati confrontati i tassi di sopravvivenza dei bambini nati tra la 22esima e la 25esima settimana di gestazione nei periodi 1994-1999 e 2000-2005. Il numero di parti e la proporzione di neonati morti in sala parto sono risultati simili nei due intervalli presi in considerazione, mentre si è assistito ad un significativo miglioramento nella sopravvivenza dopo la dimissione dall’unità di cura intensiva neo-natale: dal 36% del periodo 1994-1999 al 47% del 2000-2005. Precisa Field “Questi cambiamenti sono attribuibili soprattutto al sostanziale miglioramento della sopravvivenza dei bambini nati alla 24esima e 25esima settimana”.

I continui progressi tecnologici che consentono oggi la sopravvivenza di neonati molto prematuri e che fino a pochi anni fa erano destinati a morte certa.

Affrontare un parto estremamente prematuro non è però solo una questione tecnica: vengono chiamate in causa anche valutazioni di tipo etico e morale sia da parte dei medici, sia dei genitori del piccolo. L’età gestazionale influenza senza ombra di dubbio non solo la sopravvivenza, ma anche la vita futura del bambino e dei genitori: i danni legati a una formazione non completa degli organi interni raramente sono privi di conseguenze. Inoltre, recenti studi clinici indicano che prima di decidere come affrontare un parto di questo genere è importante considerare altri parametri oltre all’età del neonato tra i quali il peso alla nascita e il sesso del bambino. E’ sempre bene tuttavia che una decisione così delicata sia sempre frutto di un comune accordo tra medico e genitori.
Contrariamente a quanto spesso si crede, il vero fattore discriminante non è il peso del del bambino, ma l’età gestazionale: nascere tra le 23 e le 25 settimane comporta un alto rischio di mortalità e disabilità permanente, che si abbassa in modo significativo tra le 27 e le 28 settimane di gestazione, per indurre ad una cauta tranquillità dopo le 30- 32 settimane.


Fonti:
Prematuri.it
MedicinaLive

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