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Il cibo biologico Non-UE è credibile?
Sab 13 Apr 2019 - 14:36
Nella immagine: una confezione di lenticchie biologiche proveniente dalla Turchia, in vendita nei supermercati Esselunga
Il biologico Ue e Non-UE non sono la stessa cosa
Checchè se ne dica, non si tratta di produzioni che seguono gli stessi parametri di qualità, sicurezza e trattamenti fertilizzanti sui campi. L’utilizzo di sostanze chimiche sui campi di coltivazione differisce tra Unione Europea e Paesi Non-UE, sia per tipologia di prodotto (a volte prodotti fertilizzanti usati extra-UE sono completamente vietati nel biologico UE) che per quantitativi adoperati e consentiti. A volte è il clima diverso che impone trattamenti con prodotti differenti, che aiutano la maturazione o la crescita dei frutti (un esempio classico è la maturazione del grano o delle lenticchie in Canada, Paese dal clima freddo rispetto a quello italiano) Una nuova legge europea entrerà in vigore nel 2021 e punta ad equiparare completamente il bio UE a quello Non-UE, per adesso c’è solo il principio di “equivalenza” , cioè la legislazione locale extra UE sul biologico è considerata come equivalente a quella che esiste in Europa. Ovviamente “equivalente” non equivale a “uguale” o a “perfettamente conforme”, infatti arrivano in Europa navi intere di cereali, legumi, frutta secca e semi oleosi da Turchia, India, Cina. Nel 2018 la Commissione europea ha introdotto un nuovo Regolamento che sostituirà (solo a partire dal 2021 appunto) il principio di equivalenza con quello di conformità, che dovrebbe tutelare maggiormente il consumatore garantendo produzioni identiche in tutto e per tutto tra quelle UE e quelle Non-UE.
La legislazione europea attuale sulle produzioni biologiche Non-UE si basa su un principio di “equivalenza”. Nel 2021 entra in vigore il principio di “conformità”
Se il prodotto fosse del tutto identico non avremmo bisogno di farlo arrivare dall’altra parte del mondo ma utilizzeremmo quello che si produce nell’Unione Europea. E non si venga a dire la solita frase (ingannevole) che “la produzione interna non basta per il fabbisogno”, queste sono davvero tutte balle, la verità è che produrre in Cina un qualsiasi alimento costa 5-10 volte meno che produrlo in Europa o Italia, e costa meno proprio perchè la qualità e il metodo di produzione sono ben differenti da quelli dell’unione Europea, e le regole e i controlli sono ben differenti! E alla fine importarlo dalla Cina costa alle industrie alimentari italiane ed europee sempre meno che produrselo in Europa! Questo è emerso chiaramente anche per quanto riguarda il latte cinese che sta invadendo da alcuni anni il mercato europeo, e di cui hanno parlato anche servizi giornalistici di inchiesta come quello della trasmissione Petrolio della RAI, di cui vi lasciamo il nostro riassunto: https://ciboserio.it/il-latte-cinese-sta-invadendo-le-industrie-di-latticini-in-europa/
Per il momento, il consiglio che diamo ai consumatori è quello basato sul principio della precauzione e prudenza: preferire produzioni biologiche da piccoli produttori italiani, idealmente, oppure premiare con l’acquisto il prodotto bio UE che si trova nei supermercati tradizionali o presso altri negozi di alimenti biologici. Se la Cina è diventata un produttore a livello mondiale di pinoli, pomodoro, fagioli e latte è ragionevole supporre che una produzione così sterminata in termini di quantità si sposi poco o niente con qualità della materia prima, sostenibilità dei terreni e rispetto rigoroso delle vere produzioni biologiche.
Cibi bio Non-UE in vendita in Italia
Alcune fra le principali produzioni biologiche Non-UE che destano sospetto e richiedono precauzione (anche a seguito di inchieste giornalistiche ben documentate come i servizi di Report su RAI3) sono le seguenti:
pasta di grano Non-UE: vedi nostro approfondimento qui https://ciboserio.it/grandi-marchi-di-pasta-italiani-usano-grano-estero/
banane Non-UE (sono presenti piccole produzioni europee oggi, nelle Antille (con disciplinare UE in quanto di sovranità spagnola), in Portogallo e in Sicilia
caffè, tè e cacao Non-UE (al momento siamo totalmente dipendenti da pochi seri produttori extra-UE,coscienziosi e aderenti al commercio equo-solidale. Ma non tutto il commercio definito equo-solidale è serio e coscienzioso, purtroppo…)
legumi Non-UE (abbiamo molte alternative di qualità italiane su queste produzioni, vedi il nostro Food Shop Assistant che seleziona piccoli produttori italiani)
frutta secca Non-UE (pinoli, mandorle californiane, prugne californiane, noci Turchia ecc. Abbiamo dei piccoli produttori di qualità in Italia, vedi il nostro Food Shop Assistant)
frutta, limoni, arance ecc.
anacardi dal Vietnam (presenti anche tra gli ingredienti delle confezioni di pesto alla Genovese, al posto dei pinoli)
molti altri prodotti…
In foto: fagioli biologici da Agricoltura Cina, in vendita presso una catena di supermercati biologici italiani
Pasta biologica fatta con un mix di grano biologico europeo e Non-UE (si veda nostro approfondimento qui: https://ciboserio.it/grandi-marchi-di-pasta-italiani-usano-grano-estero/)
Fonte Gianpaolo Usai è Educatore Alimentare, ha conseguito il Diploma di Nutritional Cooking Consultant presso il College of Naturopathic Medicine di Padova, studia presso l’Accademia del Fitness Wellness Antiaging (AFFWA) del Dott. Massimo Spattini di Parma, dove ha già conseguito la certificazione di Antiaging Advisor e di Dieta COM Advisor nel 2015. Si occupa dello sviluppo di progetti di educazione alimentare in tutta Italia ed è autore di testi di riferimento sulla spesa consapevole quali Inganno Alimentare (2015) e Cibo Serio (2016).
https://ilbistrodelledonne.forumattivo.com/t742-alimentazione-consapevole
Il biologico Ue e Non-UE non sono la stessa cosa
Checchè se ne dica, non si tratta di produzioni che seguono gli stessi parametri di qualità, sicurezza e trattamenti fertilizzanti sui campi. L’utilizzo di sostanze chimiche sui campi di coltivazione differisce tra Unione Europea e Paesi Non-UE, sia per tipologia di prodotto (a volte prodotti fertilizzanti usati extra-UE sono completamente vietati nel biologico UE) che per quantitativi adoperati e consentiti. A volte è il clima diverso che impone trattamenti con prodotti differenti, che aiutano la maturazione o la crescita dei frutti (un esempio classico è la maturazione del grano o delle lenticchie in Canada, Paese dal clima freddo rispetto a quello italiano) Una nuova legge europea entrerà in vigore nel 2021 e punta ad equiparare completamente il bio UE a quello Non-UE, per adesso c’è solo il principio di “equivalenza” , cioè la legislazione locale extra UE sul biologico è considerata come equivalente a quella che esiste in Europa. Ovviamente “equivalente” non equivale a “uguale” o a “perfettamente conforme”, infatti arrivano in Europa navi intere di cereali, legumi, frutta secca e semi oleosi da Turchia, India, Cina. Nel 2018 la Commissione europea ha introdotto un nuovo Regolamento che sostituirà (solo a partire dal 2021 appunto) il principio di equivalenza con quello di conformità, che dovrebbe tutelare maggiormente il consumatore garantendo produzioni identiche in tutto e per tutto tra quelle UE e quelle Non-UE.
La legislazione europea attuale sulle produzioni biologiche Non-UE si basa su un principio di “equivalenza”. Nel 2021 entra in vigore il principio di “conformità”
Se il prodotto fosse del tutto identico non avremmo bisogno di farlo arrivare dall’altra parte del mondo ma utilizzeremmo quello che si produce nell’Unione Europea. E non si venga a dire la solita frase (ingannevole) che “la produzione interna non basta per il fabbisogno”, queste sono davvero tutte balle, la verità è che produrre in Cina un qualsiasi alimento costa 5-10 volte meno che produrlo in Europa o Italia, e costa meno proprio perchè la qualità e il metodo di produzione sono ben differenti da quelli dell’unione Europea, e le regole e i controlli sono ben differenti! E alla fine importarlo dalla Cina costa alle industrie alimentari italiane ed europee sempre meno che produrselo in Europa! Questo è emerso chiaramente anche per quanto riguarda il latte cinese che sta invadendo da alcuni anni il mercato europeo, e di cui hanno parlato anche servizi giornalistici di inchiesta come quello della trasmissione Petrolio della RAI, di cui vi lasciamo il nostro riassunto: https://ciboserio.it/il-latte-cinese-sta-invadendo-le-industrie-di-latticini-in-europa/
Per il momento, il consiglio che diamo ai consumatori è quello basato sul principio della precauzione e prudenza: preferire produzioni biologiche da piccoli produttori italiani, idealmente, oppure premiare con l’acquisto il prodotto bio UE che si trova nei supermercati tradizionali o presso altri negozi di alimenti biologici. Se la Cina è diventata un produttore a livello mondiale di pinoli, pomodoro, fagioli e latte è ragionevole supporre che una produzione così sterminata in termini di quantità si sposi poco o niente con qualità della materia prima, sostenibilità dei terreni e rispetto rigoroso delle vere produzioni biologiche.
Cibi bio Non-UE in vendita in Italia
Alcune fra le principali produzioni biologiche Non-UE che destano sospetto e richiedono precauzione (anche a seguito di inchieste giornalistiche ben documentate come i servizi di Report su RAI3) sono le seguenti:
pasta di grano Non-UE: vedi nostro approfondimento qui https://ciboserio.it/grandi-marchi-di-pasta-italiani-usano-grano-estero/
banane Non-UE (sono presenti piccole produzioni europee oggi, nelle Antille (con disciplinare UE in quanto di sovranità spagnola), in Portogallo e in Sicilia
caffè, tè e cacao Non-UE (al momento siamo totalmente dipendenti da pochi seri produttori extra-UE,coscienziosi e aderenti al commercio equo-solidale. Ma non tutto il commercio definito equo-solidale è serio e coscienzioso, purtroppo…)
legumi Non-UE (abbiamo molte alternative di qualità italiane su queste produzioni, vedi il nostro Food Shop Assistant che seleziona piccoli produttori italiani)
frutta secca Non-UE (pinoli, mandorle californiane, prugne californiane, noci Turchia ecc. Abbiamo dei piccoli produttori di qualità in Italia, vedi il nostro Food Shop Assistant)
frutta, limoni, arance ecc.
anacardi dal Vietnam (presenti anche tra gli ingredienti delle confezioni di pesto alla Genovese, al posto dei pinoli)
molti altri prodotti…
In foto: fagioli biologici da Agricoltura Cina, in vendita presso una catena di supermercati biologici italiani
Pasta biologica fatta con un mix di grano biologico europeo e Non-UE (si veda nostro approfondimento qui: https://ciboserio.it/grandi-marchi-di-pasta-italiani-usano-grano-estero/)
Fonte Gianpaolo Usai è Educatore Alimentare, ha conseguito il Diploma di Nutritional Cooking Consultant presso il College of Naturopathic Medicine di Padova, studia presso l’Accademia del Fitness Wellness Antiaging (AFFWA) del Dott. Massimo Spattini di Parma, dove ha già conseguito la certificazione di Antiaging Advisor e di Dieta COM Advisor nel 2015. Si occupa dello sviluppo di progetti di educazione alimentare in tutta Italia ed è autore di testi di riferimento sulla spesa consapevole quali Inganno Alimentare (2015) e Cibo Serio (2016).
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