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Mamma69
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Insalate in busta: quanto ci conviene mangiarle? Empty Insalate in busta: quanto ci conviene mangiarle?

Mer 13 Feb 2019 - 11:45
Insalate in busta: quanto ci conviene mangiarle? Insalata-in-busta-istock_000035392824_small

E’ ormai un classico vedere il Sabato le persone fare la spesa alimentare al centro commerciale per tutta la settimana! Per queste persone è stata inventata la verdura tritata, lavata e posta in busta, l’insalata che si chiama in gergo tecnico “di quarta gamma”. La gamma è un tipo di conservazione che fa specificatamente riferimento a prodotti freschi per cui, nel caso delle verdure.

_ la prima gamma comprende quelle fresche,

_ la seconda gamma le verdure conservate e sotto aceto,

_la terza gamma le verdure surgelate,

_la quarta gamma quelle confezionate già pronte al consumo ed infine, la quinta gamma, verdure sempre pronte al consumo ma cotte

Per capirci, provate a fare questa semplice operazione: prendete una foglia di insalata, rompetela, posatela su una carta assorbente. Prima perderà l’acqua di vegetazione e con essa molti nutrienti (vitamine e minerali che stanno dentro i liquidi della verdura). Dopo un paio di ore avrà perso il suo volume e sembrerà invecchiata (è invecchiata, in effetti). Perché non succede la stessa cosa a quella in busta? Che trattamenti ha subito?

C’è anche da dire che, durante la fase di lavaggio a livello industriale, l’acqua viene addizionata con cloro e anidride solforosa, due sostanze che eliminano i batteri dalla verdura. In realtà i batteri si moltiplicano quando l’insalata viene raccolta e non consumata subito, ma conservata per giorni, spedita con i camion, conservata in magazzino ecc. Non avrebbe invece un carico pericoloso di batteri se fosse raccolta e consumata entro poco tempo, pertanto è soltanto l’insalata a ciclo industriale quella pericolosa, se non viene disinfettata col cloro. Cloro e anidride solforosa fungono quindi da conservanti per l’industria alimentare, oltre che da battericidi, in quanto consentono all’industria di far girare queste merci per giorni e settimane da un posto all’altro dell’Italia, aiutando l’insalata a rimanere verde e apparentemente intatta per diversi giorni. Dico apparentemente perché, sebbene le foglie appaiano turgide e brillanti, hanno perso circa la metà delle sostanze nutritive di origine.


E’ un prodotto sicuro?

Sulla insalata in busta si sente dire tutto e il contrario di tutto. Certamente si tratta di una delle innovazioni del settore agroalimentare di maggiore successo degli ultimi anni, perché risponde all’esigenza forse più imperante della nostra società: risparmiare tempo. Anche il noto programma televisivo Le Iene si è interessato a questo prodotto concentrandosi sulla carica batterica contenuta nelle insalate pronte e scatenando moltissime reazioni e domande da parte dei consumatori.

In generale possiamo dire che si tratta di un prodotto sicuro, secondo quanto dimostrato da recenti studi che ne hanno analizzato la qualità. Ma è bene precisare che questo avviene solo se a monte, quindi da parte dei produttori, sono state rispettate le regole di preparazione e di conservazione e, a valle, le buone norme di utilizzo da parte del consumatore. In caso contrario l’insalata in busta può risultare un alimento dannoso e, in alcuni casi, pericoloso. Infatti, il problema principale è rappresentato dai batteri. Infatti, se il prodotto non è ben preparato o conservato possono crearsi le condizioni ideali ad una proliferazione batterica, molto spesso ad opera di Escherichia coli e listeria, la cui ingestione può provocare un’intossicazione alimentare e seri disturbi gastrointestinali.

Non importa di che tipo sia, l’insalata in busta comporta sempre un rischio. Anche quello di imbattersi nella salmonellosi. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Applied and Environmental Microbiology, nelle buste che troviamo al supermercato il pericolo è particolarmente elevato.
Quando parliamo di salmonella intendiamo quella grave infezione intestinale che può essere letale per gli anziani, i neonati e le persone con un sistema immunitario più vulnerabile. I ricercatori della University of Leicester hanno studiato il modo in cui il patogeno prolifica attraverso quello che è stato definito un ‘fenomenale sviluppo del batterio”.

Tutta colpa del liquido rilasciato dalle foglie quando vengono tagliate, che si è dimostrato essere in grado di accelerare fino a 2400 volte la normale crescita del batterio della salmonella. Lo studio, spiega l’autrice principale Primrose Freestone, “sottolinea con forza la necessità per i produttori di insalata in busta di mantenere standard elevati di sicurezza alimentare, perché anche un paio di cellule di salmonella in un sacchetto di insalata al momento dell’acquisto potrebbero diventare molte migliaia nel momento in cui il prodotto raggiunge la sua data di scadenza, anche se conservato in luogo refrigerato”.

“Evitare prodotti freschi – commenta Kimon Karatzas, assistente professore di microbiologia degli alimenti presso l’Università di Reading – non è una soluzione, ma, se possibile, sarebbe preferibile acquistare prodotti freschi non tagliati o tritati, e lavarli sempre prima di metterli nel piatto, anche se sono già lavati”.


Leggere bene l’etichetta


Imparare come leggere le etichette dei prodotti. E’ molto importante anche nel caso delle insalate in busta per capire se si tratta di un prodotto di quarta gamma oppure no, poiché in caso contrario si tratta di un prodotto che prima del consumo deve essere lavato d’obbligo. È il caso, per esempio, delle insalate confezionate contenenti rucola o germogli di fieno greco, una tipologia ormai molto diffusa. La superficie rugosa della rucola, infatti, facilita il deposito e la conseguente proliferazione batterica, per cui è bene “lavarla accuratamente, strofinando con forza le foglie, ripetendo l’operazione più volte; i germogli di fieno greco invece andrebbero addirittura cotti, in quanto facilmente contaminabili da Escherichia coli”.


Prezzo dell’insalata in busta


questi fattori possiamo poi aggiungere il costo, in quanto l’insalata in busta già pronta costa circa 5 volte di più dell’insalata fresca in cespo ancora da pulire. Altri costi sono a carico dell’Ambiente e della nostra salute: la filiera si allunga, si consumano acqua e luce elettrica per i macchinari industriali di lavaggio e pulizia dell’acqua, aumentano i costi degli imballaggi in plastica o carta, i viaggi di trasporto delle merci, con conseguenti emissioni di anidride carbonica e fumi inquinanti nell’ambiente, che sappiamo bene quali effetti abbiano sull’inquinamento atmosferico e sulla nostra salute.

Cosa pensa il Prof. Franco Berrino, uno dei massimi esperti di alimentazione sana e naturale, dell’insalata in busta? Sentitelo direttamente da lui in questo video di 1 minuto e 33 secondi: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]


Fonte [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]



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Mer 13 Feb 2019 - 12:06
Una mia amica la compra e prima di consumarla la lava di nuovo..io sono sincera quando so di avere poco tempo la compro e la consumo!
Di solito entro un paio di giorni Felice
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Mer 13 Feb 2019 - 12:11
Lumachina2018 ha scritto:Una mia amica la compra e prima di consumarla la lava di nuovo..io sono sincera quando so di avere poco tempo la compro e la consumo!
Di solito entro un paio di giorni Felice
Io pure come te ma soprattutto in inverno che ne consumiamo meno perché con la bella stagione prendiamo quella fresca che ne consumiamo a valanghe
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Mer 13 Feb 2019 - 12:22
Io la compro, la lavo e la consumo regolarmente. Mi riferisco a tutte quelle tipologie di verdure che non riesco a trovare fresche da queste parti (tipo rucola, valeriana, insalata riccia, radicchio, songino, indivia ecc). La lattuga invece è sempre reperibile, e quella la compro fresca!
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Mer 13 Feb 2019 - 12:54
Uffffff è meglio che non legga ste cose, soprattutto in questo periodo!!   -__-"

Io mangio un sacco di verdura e d'insalata!!!
Di solito mi prendo 2 ceppi di lattuga la lavo per bene, la strizzo perfettamente e me la porziono per 2 o 3 giorni a pranzo.

Da quando ho scoperto di essere incinta all'inizio l'ho eliminata e adesso (2 volte) ho comprato la busta (pensando ingenuamente che non essendoci terra sarei stata più tranquilla per la toxo), lavata bene bene con il bicarbonato e strizzatissima....
Ma mi sa proprio che ho toppato!!!!!
Ieri sera ho preso un busta di costine già pulite e lavate, ma le ripulite per togliere il filo, messo a bagno con il bicarbonato e bollite...... sbagliato anche questo???


Ultima modifica di juventina86cd il Mer 13 Feb 2019 - 12:57 - modificato 1 volta. (Motivazione : errore)
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Mer 13 Feb 2019 - 13:43
juventina86cd ha scritto:Uffffff è meglio che non legga ste cose, soprattutto in questo periodo!!   -__-"

Io mangio un sacco di verdura e d'insalata!!!
Di solito mi prendo 2 ceppi di lattuga la lavo per bene, la strizzo perfettamente e me la porziono per 2 o 3 giorni a pranzo.

Da quando ho scoperto di essere incinta all'inizio l'ho eliminata e adesso (2 volte) ho comprato la busta (pensando ingenuamente che non essendoci terra sarei stata più tranquilla per la toxo), lavata bene bene con il bicarbonato e strizzatissima....
Ma mi sa proprio che ho toppato!!!!!
Ieri sera ho preso un busta di costine già pulite e lavate, ma le ripulite per togliere il filo, messo a bagno con il bicarbonato e bollite...... sbagliato anche questo???
Ma alla fine visto che la rilavi non ti conviene prenderla da lavare?? E cmq il mio ginecologo mi diceva no bicarbonato perchè non uccide tt i batteri, ma amuchina. A bagno e poi sciaqui bene!
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Mer 13 Feb 2019 - 14:17
Ecco a me dicevano assolutamente no amuchina Felice Comunque per chiudere l'OT: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] se poi devi cuocerle tutte queste precauzioni sono eccessive.
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Mer 13 Feb 2019 - 14:20
Io mangio pochissimo l'insalata e mi scoccio tanto anche a lavarla, di conseguenza ogni tanto capita che compro le bustine, le sciacquo un attimo e via!
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Mer 13 Feb 2019 - 14:43
Quandocompro la misticanza ammetto di non lavarla, ma la consumo il giorno dopo averla comprata.
Se compro la valeriana però la lavo, sarà che comprata fresca la trovo sempre molto sporca e quindi mi fido comunque poco dei lavaggi industriali.
Solitamente comunque preferisco acquistare quella fresca e lavarla e poi tenerla pulita pronta per due, tre volte.
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Mer 13 Feb 2019 - 15:14
Lumachina2018 ha scritto:
juventina86cd ha scritto:Uffffff è meglio che non legga ste cose, soprattutto in questo periodo!!   -__-"

Io mangio un sacco di verdura e d'insalata!!!
Di solito mi prendo 2 ceppi di lattuga la lavo per bene, la strizzo perfettamente e me la porziono per 2 o 3 giorni a pranzo.

Da quando ho scoperto di essere incinta all'inizio l'ho eliminata e adesso (2 volte) ho comprato la busta (pensando ingenuamente che non essendoci terra sarei stata più tranquilla per la toxo), lavata bene bene con il bicarbonato e strizzatissima....
Ma mi sa proprio che ho toppato!!!!!
Ieri sera ho preso un busta di costine già pulite e lavate, ma le ripulite per togliere il filo, messo a bagno con il bicarbonato e bollite...... sbagliato anche questo???
Ma alla fine visto che la rilavi non ti conviene prenderla da lavare?? E cmq il mio ginecologo mi diceva no bicarbonato perchè non uccide tt i batteri, ma amuchina. A bagno e poi sciaqui bene!
eh lo so! La strapago... ma io pensavo al fatto che non avesse terra!!
Mi comprerò una bella lattuga romana e mi ci fiondo!!
cmq come diceva [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] anche la mia gine dice che basta il bicarbonato........ Insalate in busta: quanto ci conviene mangiarle? 2687759461
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Mer 13 Feb 2019 - 15:51
Io la acquisto regolarmente, la si consuma abbastanza veloce. Non pensavo che lasciarla più a lungo anche se in frigo potesse creare questo tipo di problemi. Ci farò sicuramente molta attenzione!
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Mer 27 Feb 2019 - 14:14
Studio dell’Università di Torino sulle insalate lavate e tagliate in busta: sono a rischio agenti patogeni e deterioramento. Conviene rilavarle a casa

Redazione Quotidiano Piemontese
27 Febbraio 2019

L’Università di Torino ha condotto una ricerca su un campione 100 buste di insalata pronta, pubblicato da il Salvagente che descrive la presenza di elevate quantità di microrganismi nei campioni.

Secondo lo studio la modalità di lavaggio con la sola acqua non consente l’eliminazione di agenti patogeni che potrebbero portare malattie anche molto gravi e infatti nelle insalate inoltre dai dati emerge un’elevata quantità di microrganismi e batteri.

Il campione analizzato a Torino è composto di diversi vegetali: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13) ed è stato testato nel giorno del confezionamento e in quello della scadenza indicata dal produttore.

Dato il vuoto normativo che ancora caratterizza il settore, i ricercatori hanno adottato i parametri microbiologici della normativa francese e quelli della legislazione comunitaria (reg. 2073/05), che però contempla solo i microrganismi patogeni.

La carica batterica in pochi giorni cresce in maniera esponenziale potando a un aumentato rischio di tossinfezione alimentare e un deperimento del prodotto in tempi rapidi, decisamente prima della scadenza indicata sulla confezione in 5-7 giorni.

L’insalata confezionata tende a deteriorarsi molto più facilmente, arrivando ad una data di scadenza decisamente anteriore a quanto descritto sulla confezione.

Nel 3% delle buste i ricercatori hanno individuato l’Escherichia coli, in 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la patogenicità della contaminazione.

Sono anche stati ritrovati l’Enterobacter sakazakü è stato isolato nel 10% dei campioni, lo Pseudomonas nel 17% e lo Staphylococcus nel 18% delle insalate.

Non tutti i batteri presenti nelle foglie di insalata sono potenzialmente dannosi per il corpo umano. Il rischio maggiore è la Toxoplasmosi, molto pericoloso per le donne in gravidanza

Per scongiurare i rischi è fortemente consigliato lavare ancora e accuratamente l’insalata nella centrifuga casalinga, aggiungendo un misurino di Amuchina che igienizzi in la verdura che si desidera consumare.

Fonte
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