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Sindrome da "Alienazione Genitoriale" Empty Sindrome da "Alienazione Genitoriale"

Dom 21 Ott 2018 - 21:23

La sindrome da alienazione genitoriale (o PAS, dall’acronimo di Parental Alienation Syndrome)è una ipotetica e controversa dinamica psicologica disfunzionale che, secondo le teorie dello psichiatra statunitense Richard Gardner, si attiverebbe sui figli minori coinvolti in contesti di separazione e divorzio conflittuale dei genitori, non adeguatamente mediate. La PAS è oggetto di dibattito ed esame sia in ambito scientifico che giuridico fin dal momento della sua proposizione nel 1984; essa non è, infatti, riconosciuta come un disturbo psicopatologico dalla grande maggioranza della comunità scientifica e legale internazionale.
Allo stato, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non riconosce la PAS come sindrome o malattia: nella più recente edizione del Manuale, la quarta, tale la PAS non è nemmeno menzionata e neppure ne è prevista l’ammissione nella quinta edizione (DSM-5 o DSM-V), la cui uscita è prevista per il 2013, in ragione della sua evidente ascientificità a causa della mancanza di dati a sostegno, segnalata già nel 1996 dall’APA (American Psychological Association).
Negli Stati Uniti, e in altri Paesi, è in corso un acceso dibattito sulla PAS, all'interno del quale è emersa l'ipotesi di definizione di un nuovo concetto, il disturbo da alienazione genitoriale (PAD, Parental Alienation Disorder ), proposto da William Bernet (uno tra i principali propugnatori dell'inserimento della PAS nella quinta edizione del DSM), docente di psichiatria alla facoltà di medicina della Vanderbilt University di Nashville.
La Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA), nelle sue Linee guida in tema di abuso sui minori, pubblicate nel 2007, ha incluso la PAS tra le possibili forme di abuso psicologico, laddove, invece, il presidente della Società Italiana di Psichiatria, definisce la PAS «priva di presupposti clinici, di validità e di affidabilità».

Definizione e presunti effetti
Gardner definisce la PAS come un disturbo che insorge normalmente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli, definito in tre gradi, in ordine crescente di influenza, ciascuno da trattare con uno specifico approccio sia psicologico sia legale. Ancora, secondo Gardner, la PAS sarebbe frutto di una supposta «programmazione» dei figli da parte di un genitore patologico (genitore «alienante»), sorta di lavaggio del cervello che porterebbe i figli a perdere il contatto con la realtà degli affetti, e a esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore (genitore «alienato»).
Le tecniche di «programmazione» del genitore «alienante» comprenderebbero l’uso di espressioni denigratorie riferite all’altro genitore, false accuse di trascuratezza nei confronti del figlio, violenza o abuso (nei casi peggiori, anche abuso sessuale), la costruzione di una «realtà virtuale familiare» di terrore e vessazione che genererebbe, nei figli, profondi sentimenti di paura, diffidenza e odio verso il genitore «alienato» I figli, quindi, si alleerebbero con il genitore «sofferente»; si mostrerebbero come contagiati da tale sofferenza e inizierebbero ad appoggiare la visione del genitore «alienante», esprimendo, in modo apparentemente autonomo astio, disprezzo e denigrazione verso il genitore «alienato».
Gardner sosteneva che tale «programmazione» distruggerebbe la relazione fra figli e genitore «alienato» in quanto i primi giungerebbero a rifiutare qualunque contatto, anche solamente telefonico, con quest’ultimo. Perché si possa parlare di PAS è necessario tuttavia che detti sentimenti di astio, disprezzo o rifiuto non siano giustificati, giustificabili, o rintracciabili in reali mancanze, trascuratezze o addirittura violenze del genitore «alienato».

Presunti sintomi
La teoria di Gardner suggerisce di basare la diagnosi di PAS sull’osservazione di otto presunti sintomi primari nel bambino.
1) la campagna di denigrazione, nella quale il bambino mima e scimmiotta i messaggi di disprezzo del genitore «alienante» verso quello «alienato». In una situazione normale ciascun genitore non permette che il bambino esibisca mancanza di rispetto e diffami l’altro. Nella PAS, invece, il genitore «alienante» non mette in discussione tale mancanza di rispetto, ma può addirittura arrivare a incoraggiarla;

2) la razionalizzazione debole dell’astio, per cui il bambino spiega le ragioni del suo disagio nel rapporto con il genitore alienato con motivazioni illogiche, insensate o, anche, solamente superficiali (esempi citati, «Alza sempre la voce quando mi dice di lavarmi i denti», oppure «Mi dice sempre “Non interrompere!”»);

3) la mancanza di ambivalenza, per la quale il genitore rifiutato è descritto dal bambino come «completamente negativo» laddove l’altro è visto come «completamente positivo»;

4) il fenomeno del pensatore indipendente indica la determinazione del bambino ad affermare di essere una persona che sa ragionare senza influenze e di aver elaborato da solo i termini della campagna di denigrazione senza input del genitore «alienante»;

5) l’appoggio automatico al genitore «alienante» è una presa di posizione del bambino sempre e solo a favore del genitore «alienante», qualsiasi genere di conflitto venga a crearsi;

6) l’assenza di senso di colpa, per il quale tutte le espressioni di disprezzo nei confronti del genitore «alienato» trovino giustificazione nel fatto di essere meritate, sorta di «giusta punizione»;

7) gli scenari presi a prestito, ovvero affermazioni che non possono ragionevolmente provenire direttamente dal bambino, quali ad esempio l’uso di frasi, parole, espressioni o la citazione di situazioni normalmente non patrimonio di un bambino di quell'età per descrivere le colpe del genitore escluso;

8) infine, l’estensione delle ostilità alla famiglia allargata del genitore rifiutato, che coinvolge, nell’alienazione, la famiglia, gli amici e le nuove relazioni affettive (una compagna o un compagno) del genitore rifiutato.

Presunte conseguenze
Richard Gardner affermò che, a suo parere, l'instillazione incontrollata di PAS sarebbe una vera e propria forma di violenza emotiva, capace di produrre significative psicopatologie sia nel presente che nella vita futura dei bambini coinvolti. Tra queste conseguenze, incluse gravi processi psicopatologici quali:
• esame di realtà alterato;
• narcisismo;
• indebolimento della capacità di provare simpatia ed empatia
• mancanza di rispetto per l'autorità, estesa anche a figure non genitoriali;
• paranoia;
• psicopatologie legate all'identità di genere.

Presunto decorso
Secondo Gardner, la PAS potrebbe presentarsi, nel momento diagnostico, al pari di qualunque altra patologia, anche con differenti livelli di gravità (PAS di grado lieve, moderato, grave), a seconda dell'intensità e dell'efficacia della programmazione. Inoltre l'autore ipotizzò che, in base alla maggiore o minore appropriatezza della terapia scelta, la PAS potrebbe infatti evolvere:
- in senso risolutivo (scomparsa dei sintomi e remissione completa);
- in senso migliorativo (con sollievo sintomatologico e remissione parziale);
- in senso di una stabilizzazione (in costanza di gravità della sintomatologia);
- in senso peggiorativo (aggravamento della patologia, fino allo stato di assenza della relazione fra genitore alienato e figlio).

Presunte cause
Gli aspetti di genitorialità nelle separazioni potrebbero essere chiaramente definiti, se si potesse comprendere appieno il concetto che, nella famiglia, esistono due "entità di coppia", distinte per diritti, doveri e responsabilità reciproche: la "coppia coniugale" e la "coppia genitoriale". Il "conflitto coniugale", quindi, non necessariamente può (o deve) scatenare anche un "conflitto genitoriale", ed eventuali contrasti fra le due entità potrebbero essere affrontati con l'ausilio della mediazione familiare.
In parte, le regole che governano l'evento "separazione" possono contribuire a creare il problema. Per governare il mondo degli affetti ci si appoggia a volte infatti a un "sistema globale degli antagonismi", a meccanismi di conflitto giudiziario, a una "verità processuale" con tanto di parte vincente contrapposta alla parte soccombente. L'istituto dell'affido monogenitoriale, così largamente utilizzato nel passato, è un elemento che rafforza la prospettiva in termini di "vincitore e vinto". Gli effetti, in Italia, della nuova legge sull'affido condiviso dei figli sono (al settembre 2006) tuttora da verificare. Anche se l'affidamento a un solo genitore pare, in alcune regioni italiane, una soluzione ormai residuale, esiste comunque spesso la figura di "genitore residente".
Nel contesto giudiziario e, più in generale, all'interno del "sistema globale degli antagonismi", i figli assumono spesso il ruolo di "civili inermi" in una guerra di dominio: veri sconfitti di una visione ideologica che individua un nucleo coniuge/genitore/figli nel ruolo della vittima, e il coniuge/genitore soccombente nel ruolo del carnefice violento e crudele. Un distacco dalla realtà degli affetti genitoriali, che - secondo le teorie di merito - potrebbe scatenare la Sindrome di Alienazione Genitoriale quando un genitore arriva a percepire i figli come non-persone: come mezzi, cioè, per acquisire maggior potere nel conflitto, oppure come strumento per dare sfogo e soddisfazione a sentimenti di rabbia e disagio propri della "coppia coniugale". È il passaggio all'atto, il superamento della percezione e la perdita dei confini del Sé, l'uso diretto dei figli come "arma relazionale" nel conflitto della "coppia coniugale", uno dei fattori che può portare all'insorgenza della PAS.

“ Giornata di sensibilizzazione sull'"alienazione genitoriale"
Diverse associazioni hanno eletto il 25 aprile come giorno dedicato alla sensibilizzazione sui presunti effetti che l’alienazione genitoriale comporterebbe nei confronti dei bambini e dei genitori «alienati».
L’idea di organizzare tale giornata, il cui nome originale è Parental Alienation Awareness Day (Giornata di sensibilizzazione ― letteralmente «della consapevolezza» ― sull’alienazione genitoriale ) fu di una donna canadese, Sarvy Emo, che giudicando il comportamento di una famiglia di sua conoscenza un tipico caso di alienazione genitoriale, decise di dedicare un giorno alla presa di coscienza su tale fattispecie, (la data originaria, era il 28 marzo del 2005), dall’anno successivo divenne il 25 aprile.
Diversi Paesi, Stati federati degli Stati Uniti e alcune città canadesi accolsero le richieste di alcune associazioni favorevoli al riconoscimento della PAS e patrocinarono la giornata del 25 aprile come giorno di sensibilizzazione sull’alienazione genitoriale, anche se a leggere tra le righe di tali decisioni vi fu chi non mancò di far notare che, comunque, si trattava di riconoscimenti solamente politici della PAS, dal valore simbolico ma ininfluenti sulle decisioni cliniche in materia, stante il non riconoscimento medico di “sindrome” o “malattia”.
Molti altri Paesi, a tutto il 2011, danno un patrocinio istituzionale alla giornata del 25 aprile, e il Brasile è stato il primo a emanare una legge che istituisce la fattispecie giuridica di “alienazione genitoriale”, definendola «una forma di abuso morale» e prevedendo sanzioni per chi la metta in atto.

La legislazione in Italia
L’Italia non ha una legislazione diretta in materia di “alienazione genitoriale”. Tuttavia, già dal 2006, con la legge 54 sull’affido condiviso, si è tentato di superare lo schema precedente che vedeva di massima i figli affidati a un solo genitore al fine di evitar loro fattispecie traumatiche, delle quali l’alienazione genitoriale era una delle eventualità.
Ulteriori proposte di introduzione di nuove riforme sono state e sono tuttora causa di dura controversia tra opposte opinioni; la principale fonte di critica a tali riforme risiede nel fatto che, attualmente, come evidenziato anche in un rapporto del 2012 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, non si può porre il concetto di bigenitorialita' in caso di coppie separate se prima non vengono garantite pari condizioni economiche e sociali a entrambi i genitori, dei quali la madre è spesso svantaggiata e soggetta a mobbing genitoriale e, quindi, spesso inabile a prendersi cura dei figli anche qualora le venisse riconosciuto il diritto da un tribunale.

Critiche al concetto di "sindrome da alienazione genitoriale"
Le teorie e i risultati delle ricerche di Gardner sull’argomento della sindrome da alienazione genitoriale sono oggetto di critica sia dal punto di vista legale sia sul piano strettamente clinico, in ragione dell’asserita mancanza di validità e affidabilità scientifica.
In un articolo dell’autunno 2001 a firma di Carol Bruch, docente di diritto presso la facoltà di Legge dell’Università della California a Davis, la PAS, «come è stata sviluppata e descritta da Richard Gardner» viene definita «senza logica né base scientifica».Nel 2003, la National District Attorneys Association (Associazione Nazionale dei Procuratori Distrettuali, l’equivalente del pubblico ministero nell’ordinamento giuridico italiano), a firma di Erika R. Ragland e Hope Fields, pubblicò una informativa ai colleghi su come affrontare giuridicamente le questioni legate alla PAS.
Nella prima parte il nocciolo della trattazione riguarda il fatto che la PAS è una teoria non verificata la quale può comportare conseguenze a lungo termine sui bambini che cercano giustizia e protezione in tribunale, nella seconda parte, più orientata alla procedura in giudizio, si afferma che la PAS è una teoria senza prove in grado di minacciare l’integrità del sistema penale e la sicurezza dei bambini vittime di abusi. La docente di psicologia dell'università di Trieste, Patrizia Romito da anni attiva nel campo della ricerca sulla violenza di genere, ritiene che la PAS sia un modo per occultare la violenza maschile contro le donne.
Da una ricerca compiuta in Spagna nel 2008, dai clinici Antonio Escudero, Lola Aguilar Redo e Julia de la Cruz Leiva, allo scopo di fare il punto sulle conoscenze scientifiche della PAS, è emerso che sull'argomento esiste uno scarsissimo numero di lavori scientifici; da qui la conclusione della mancanza di rigore scientifico del concetto di PAS, intesa solo come un costrutto di natura argomentativa elaborato attraverso erronee interpretazioni come il ragionamento per analogia. Ancora in Spagna, nel 2009 fu pubblicato un testo scritto dalla psicologa Consuelo Barea in collaborazione con la sua collega argentina Sonia Vaccaro.Nel libro, El pretendido Síndrome de Alienación Parental ― un instrumento que perpetúa el maltrato y la violencia (pubblicato in Italia nel 2011 con il titolo PAS. Presunta Sindrome di Alienazione Genitoriale), si sostiene che la PAS è un espressione “pseudo-scientifica” che, utilizzata in ambito giudiziario, genera «situazioni di alto rischio per i minori e provoca una regressione nei diritti umani di bambine e bambini e delle madri che vogliono proteggerli.
Nel 2010, infine, la Asociación Española de Neuropsiquiatría si è espressa con un pronunciamento ufficiale contro l’uso clinico e legale dell’espressione "Sindrome di Alienazione Genitoriale", e altre similari aventi lo stesso significato». In tale pronunciamento la PAS è definita «un castello in aria» e si raccomanda agli iscritti di non utilizzarla in quanto mancante «di fondamento scientifico e presenta gravi rischi nella sua applicazione in tribunale.
Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non riconosce la PAS come sindrome o malattia: nella sua edizione più recente, la quarta del 1994, poi rivista e integrata nel 2000, tale fattispecie non è menzionata. Tentativi per chiederne l’ammissione nel DSM-5, la cui uscita è prevista per il 2013, sono stati rigettati; il portavoce del gruppo di lavoro che si sta occupando della revisione del Manuale, dott. Darrel Regier, ha detto che riguardo alla PAS non vi sono sufficienti prove scientifiche che ne giustifichino l’ammissione nel DSM.

Fonte: Wikipedia
SCINTILLA
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Sindrome da "Alienazione Genitoriale" Empty Re: Sindrome da "Alienazione Genitoriale"

Dom 21 Ott 2018 - 21:28
Mi sono imbattuta per caso in questo "articolo" di wikipedia, non pensavo potesse esserci una cosa del genere. Leggendolo mi sono resa conto di quanto male, e quanti danni, riusciamo a fare noi genitori coinvolgendo i nostri bimbi nei nostri problemi e nelle nostre liti.
Ho sempre trovato molto sbagliato utilizzare i bambini per fare "male" all'altro genitore in fase di separazione, leggendo questo ancora di più ritengo la cosa molto ma molto incosciente da parte dei genitori.
A voi è mai capitato di assistere a una cosa del genere?
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Diamond Mom
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Sindrome da "Alienazione Genitoriale" Empty Re: Sindrome da "Alienazione Genitoriale"

Mar 23 Ott 2018 - 12:19
Una coppia di amici (in realtà lui amico lei conoscente) ha fatto così quando si sono sepratati. Utilizzavano la bimba per farsi dispetti costanti e per recriminarsi ogni cosa..questa bimba è stat poi seguita da uno psicologo per i traumi subiti..
Ma erano davvero cose assurde, oltre alla battaglia legale che lei faceva nei confronti dell ex marito..lui ha dovuto intestare società (aveva un negozio di tendaggi) al padre e al fratello per non comparire più in nulla perchè a poco poco lei gli stava portando via tutto...
In più nei weekend in cui lui teneva la bimba gliela lasciava con vestiti corti bucati e macchiati..senza giubbotto se faceva freddo..così lui puntualmente comprava del vestiario che poi lei teneva sù..e se lo riportava a casa dalla madre..così per molte volte...
La cosa che ricordo bene (sn passati alcuni ani) era la triztezza negli occhi di questa bimba...considerata come merce di scambio tra i due genitori...
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Sindrome da "Alienazione Genitoriale" Empty Re: Sindrome da "Alienazione Genitoriale"

Mer 24 Ott 2018 - 21:41
Io sono del parere che genitori che attuano questo tipo di strategia per colpire l'altro, non vogliono bene o perlomeno non vogliono il bene dei loro figli. Se si tiene veramente a loro non si rischia di traumatizzarli a questa maniera, tenendo conto che si rischia di rovinare loro la vita per sempre.....
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